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Dopo tre giorni di peregrinaggio da un punto all'altro della Terra, me la trovai di fronte in tutta la sua maestosità di vecchia carretta del mare: la Sarah Penny, ovvero la Sarah, come era familiarmente conosciuta dai marinai della Flotta, era ormeggiata al pontile minerale mentre stava scaricando montagne di carbone dalle enormi stive. Una rapida arrampicata per salire il ripido scalandrone e mi ritrovai a bordo per prendere possesso della Stazione Radio come Ufficiale Radiotelegrafista. Erano da poco passate le 02.00 del giorno 18. Mi sentivo stanchissimo. Tre giorni di viaggio avevano lasciato il segno. Subito mi buttai sotto la doccia per una rapida rinfrescata, prima di lasciarmi abbandonare sul letto della cabina. Vinto dalle fatiche del lunghissimo viaggio, non mi accorsi di sprofondare nel sonno; ma, ben presto, dall'abisso del nulla mi vidi riemergere in sogni di avventure del passato che tendevano a dominare ed imporsi su tutto e su tutti. Erano sogni che mi riportavano indietro nel tempo, quando, nei miei primi anni, costruivo barchette di carta invitandole a scivolare sul piccolo ruscello accanto alla casa natia ed a trasportarmi sulle ali della fantasia verso i lontani Mari del Sud...