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Il racconto di un sogno intero, dall'inizio della "strada" fino al "risveglio" trascritto come un viaggio onirico nel mondo dell'illusione e della meraviglia. E poi la "denuncia" della pigrizia come causa prima dell'afflizione e della caducità prematura dell'immaginazione dell'uomo. Ogni capitolo rappresenta una presa di coscienza di colui che viaggia, passando dalla fase di completa inconsapevolezza a quella di conoscenza di sé e delle persone "a lui ignote ma non del tutto". Il passato riemerge in ogni capitolo con la veemenza di una cannonata su di un telo di carta, la speranza smussa gli angoli della tristezza e dell'angoscia, la vera paura è quella del non ritorno a casa. Il protagonista si sente spesso vicino alla morte, che vede come liberazione dei propri peccati e paure, ma è in quel momento che accade qualcosa, come un frastuono nel silenzio, che lo riporta al suo cammino facendogli supporre che non deve darsi per vinto, che non può arretrare dinanzi alla vita e, in essa, alla ricerca della verità. Il libro contiene sia legami di sentimento sia formule fisico-matematiche a cui il viaggiatore attinge come riserva di energia necessaria al suo cammino.