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Era una limpida giornata d'inizio estate, il sole volgeva al tramonto e i rondoni saettavano intorno al campanile della Chiesa della Trinità, nella località di Sandri. "Don Gino, non ce la faccio più a tenermi i diavoli dentro" disse Alba al parroco, sfiorando con la fronte la reticella della finestrella del confessionale. L'anziano prete, rubicondo e grassoccio, era una persona estroversa, reggeva l'incarico ecclesiale da oltre trent'anni e riteneva di conoscere la sua comunità meglio delle sue tasche. Le rispose con dolcezza: "Diamine, buona donna, si sfoghi". Seguì una pausa, che al prete apparve interminabile tanta era la curiosità di sapere cosa dovesse tirar fuori quella vecchietta insignificante. Incurvata e diafana, faceva pena fisicamente, ma era talmente ricca da suscitare invidia... Finalmente bisbigliò: "Reverendo, ho per lei un assegno di un milione di lire...".