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«Privilegiamo l'"essere" e non il "parere". Voglio dire che dobbiamo esprimere sempre ciò che sentiamo interiormente e non uniformarci all'andazzo mondano che, al contrario dell'essere, privilegia il "parere" con tutte le sue falsità. Insomma l'uomo deve sempre guardare dentro a se stesso ed essere sincero sia con se stesso che con gli altri. Ancora: l'"essere" è profondità oltre che sincerità, il "parere" è menzogna. La vecchiaia, si sa, può essere fonte di malanni fisici e morali, ma un antidoto per questi malanni è il mantenimento di ciò che dovremmo avere sempre avuto, la ricerca cioè di quella cultura che arricchisce la nostra mente, anche se non potremo raggiungere pienamente ciò che desideriamo sapere. Insomma la curiosità, intesa nel senso migliore, deve essere la molla che rasserena la nostra vecchiaia. Guai se il vecchio rifugge dai pensieri, specialmente quelli più profondi. Un detto paradossale fiorentino recita: "La morte deve trovarci vivi"».