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Vivere venti giorni in un paese molto diverso dall'Italia... Un paese dove le distanze non si misurano in chilometri, ma in ore; dove il tempo non segue il lento e costante tic-tac delle lancette di un orologio, ma è legato a tutto ciò che accade in quel mondo dell'Ashram: gente che, seduta a tavola in conversazione in attesa che la cena venga servita, si alza di scatto per rientrare in tempo nell'Ashram. È un paese in cui forse, volutamente, tutto ciò che accade lo si attribuisce a una volontà, annientando ciò che ogni essere umano, concepito a immagine e somiglianza del suo creatore, ha ereditato da lui: la creatività, l'immaginazione e il potere di condizionare gli eventi. Un paese che più di altri riesce a trarre motivo di sussistenza dalla miseria e dalle sofferenze fisiche delle persone. Un paese che si basa ancora, forse pilotato, su miti, leggende e tradizioni fortemente pagane; che rifiuta il modo di pensare occidentale...