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«Lo chiamavano l'abissino perché era di carnagione scura. In estate diventava nero come il carbone, lui ne andava fiero. E quando qualcuno lo prendeva in giro, rispondeva che lui era la prova vivente che anche i veneti provenivano da lì, dall'Africa. Cosa che faceva arrabbiare non poche persone. Fra tutti quelli che ho conosciuto è stato il più buono, il più gentile. Mi trattava da vera signora, e io ci credevo e glielo lasciavo credere...». Molte vite si intrecciano in questo romanzo: vite sole, vite riscattate, vite che rinascono quando tutto ormai sembrava perduto. E poi sesso, droga, armi e un intrigo internazionale il cui "ultimo atto" lascerà sbalordito anche il più "attento" lettore...