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Autunno 1916, primavera 1944: due volte in guerra, due volte reduce. Nell'autunno del 1916 un giovane operaio milanese di diciannove anni viene chiamato alle armi e, dopo un sommario addestramento, spedito al fronte dell'Isonzo. Nell'agosto del 1917, durante un assalto, viene ferito e catturato dagli Austriaci. Inizia così la sua odissea in viaggio per i diversi territori dell'impero asburgico come prigioniero di guerra. Sopravvissuto all'epidemia di "spagnola" (la "grande influenza"), nel momento del crollo dell'impero nemico si trova in Serbia da dove riesce a tornare in Italia dopo un lungo viaggio a piedi e con mezzi di fortuna. Passano gli anni e nella primavera del 1944 viene nuovamente strappato agli affetti familiari per essere deportato in un campo di lavoro nazista, vicino ad Auschwitz, dove conosce gli orrori del lavoro coatto. Liberato dall'Armata Rossa, dopo mille pericoli raggiunge un campo profughi in Ungheria: qui attende la fine della guerra e il successivo rimpatrio nel settembre del 1945. Un uomo tranquillo, figlio del suo tempo, due volte in guerra e due volte reduce. "I diari del doppio reduce" è il primo romanzo di Alberto Perego, nato dagli appunti lasciati dal nonno paterno sulle vicende vissute durante le due guerre mondiali.