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Siamo nel secolo XIII: la fase più acuta dello scontro fra i pontefici teocrati e i sovrani che lottano per assicurarsi il potere; è la crisi delle forze, degli ideali e l'affermazione degli interessi particolaristici e nazionali. In questo contesto si ritrova coinvolto suo malgrado Pietro di Angeleriis, l'umile anacoreta del monte Morrone, eletto papa con il nome di Celestino V nel luglio del 1294. Molti vedevano in lui la figura del papa angelico profetizzata dal pensiero di Gioacchino da Fiore, estraneo agli intrighi e alle lusinghe terrene, ma la sua rinuncia al soglio pontificio dopo soli cinque mesi segnò la fine dell'Ecclesia spiritualis. Il Celestino V di Orrico è un autentico eroe della fede, pervaso da un grande rigore morale attraverso il quale l'autore ci regala una lezione di vita incancellabile, restituendoci il ritratto di un uomo che, con la sua coerenza e la sua adesione agli autentici ideali religiosi, è rimasto un fulgido esempio per la sua epoca e per quella attuale.