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È facile oggi accendere la televisione e assistere in diretta alla follia dell'uomo che si riversa su innocenti e bambini, in una scuola o in un supermercato, sequestrati dall'odio e dalla paura. Qualunque città o centro periferico può improvvisamente essere catapultato all'attenzione dei mass media entrando nelle nostre case e "condizionando" la nostra esistenza. Una ferocia che nasce da una normalità "eccessiva" e da una apparente impotenza: una denuncia di liberazione dal proprio odio, attraverso un massacro che rivela la sua inutilità e svela la sua contraddizione interna: una necessità "feroce" di amore.