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La Chiesa deve avere il coraggio di proporre ai giovani cristiani di oggi la "misura più alta della santità", santità che non esclude nessuno e che consiste nella perfezione della carità. I giovani, da parte loro, ci confermano che non sono solo le opere assistenziali a essere importanti per loro, ma il coinvolgimento diretto con le persone. Saremo un segno solo nel contatto diretto con le persone. È nell'incontro, infatti, che la vita consacrata ha ancora senso oggi. Per evangelizzare i giovani non esistono regole universali. La Chiesa deve saper riconoscere i loro bisogni, ascoltandone gli appelli, creando una Chiesa sempre più familiare, mettendone in risalto la dimensione fraterna. Le vocazioni sono in crisi, lo sappiamo, per questo è necessario pensare a una pastorale vocazionale che non miri solo al numero, ma che tenga conto del processo culturale in corso.