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Le sanzioni tributarie si pongono, per il contribuente, a valle del processo di determinazione del tributo, situandosi nella fase di accertamento dello stesso. Il soggetto che voglia confutare le teorie ministeriali, ricorrendo al giudice tributario, necessita, pertanto, di argomentazioni valide. Altrettanto importante, soprattutto dopo l'entrata in vigore della riforma, è individuare, anteriormente all'irrogazione della sanzione, quella prevista per il comportamento tenuto. Ciò in virtù di una norma generale (cd. ravvedimento operoso) secondo cui è possibile rimediare ai propri errori tramite l'autoliquidazione di sanzioni amministrative ridotte, prima di essere "scoperti" dall'Amministrazione finanziaria. Partendo da queste premesse, l'autore analizza (Sez. I) i principi generali delle sanzioni amministrative tributarie stabiliti dal D.Lgs. 472/97, per poi focalizzare l'attenzione sulle sanzioni in materia di II.DD., IRAP ed IVA applicabili agli imprenditori e ai lavoratori autonomi (Sez. Il). In quest'ultima sezione, inoltre, si approfondiscono le particolari modalità concrete di applicazione del ravvedimento operoso su ognuna delle violazioni esaminate.