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«La Rivoluzione ha voluto che, politicamente, non ci fossero più classi; la Restaurazione, la Monarchia di luglio, hanno voluto il contrario. Noi dobbiamo volere ciò che hanno voluto i nostri padri. La Rivoluzione non ha avuto né il tempo, né i mezzi per farlo. Noi dobbiamo volerlo e farlo.» Con queste parole Alexis de Tocqueville omaggia, pur da fiero oppositore dello «spirito rivoluzionario», quel momento autentico di libertà che era stato il 1789 in Francia. Dapprima sostenitore di una monarchia temperata, dopo un viaggio decisivo in America Tocqueville sviluppa una concezione originalissima della democrazia liberale, capace di indicare una via di rinnovamento agli europei del suo tempo, e insieme di prevedere con acume i pericoli della futura società di massa: l'individualismo cieco della «folla solitaria» e il suo apparente rovescio, il conformismo, che rischiano di sfociare in una tirannia della maggioranza, e di offuscare il dono più prezioso della modernità, la ricerca instancabile di una libertà condivisa. In questo volume troviamo due capolavori del Tocqueville maturo, i "Ricordi" e "L'Antico regime e la Rivoluzione", in cui l'autore della "Democrazia in America" riflette sulla contraddittoria eredità rivoluzionaria in un vivace confronto con i nuovi orizzonti aperti oltreoceano, ma anche testi giovanili curiosi e stravaganti come i "Frammenti del viaggio in Sicilia" o le "Fantasticherie sulla storia d'Inghilterra".