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Da chi avete imparato ad amare ora imparate a guarire, consigliava Ovidio più di 2000 anni fa. Che l'amore sia un balsamo per le nostre vite, un farmaco potente o un meraviglioso veleno, ancora oggi è possibile imparare ad avere cura delle nostre passioni grazie alle più belle, illuminanti e insolite "lezioni d'amore" disseminate nelle pagine di filosofi e poeti. "Anche nel momento del possesso tituba in incerti ondeggiamenti l'ardore degli amanti", scrive Lucrezio nel "De rerum natura". Gli fa idealmente eco il "Cantico dei Cantici": "Sul letto mio, dentro le notti, cercavo lui che desidera la gola mia, il respiro di me, cercavo lui e non arrivavo a toccarlo". C'è nell'amore un'idea di mobilità, un'energia cinetica che sposta più in là l'oggetto delle passioni e ne sfuma i contorni. Il fatto è che l'amore sfugge alle definizioni e preesiste alle teorie. Nel mito della biga raccontato da Platone, rischierebbe di fare a volte la parte del cavallo bianco che, etereo, ci porta alle soglie dell'Iperuranio, e a volte quella del cavallo nero, che ci trascina a terra con la gravità languida e sofferta del desiderio. In queste 20 rapidissime lezioni, capisaldi come l'"Arte d'amare" di Ovidio, le lettere di Abelardo ed Eloisa o i "Frammenti di un discorso amoroso" di Barthes si alternano a scelte extravaganti ma feconde come le Confessioni di sant'Agostino (veri capitoli di un romanzo d'amore, a tratti per nulla spirituale). Con e-book scaricabile fino al 30-06-2016.