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Alla periferia dell'impero napoleonico, di fronte al rapporto di forze incerto e instabile che reggeva ormai l'impalcatura del regno di Napoli, i sovrani francesi si presentano, piuttosto che come conquistatori, come amministratori saggi e avveduti, portatori di un piano coerente di ristrutturazione dell'eredità dei Borbone. L'aspirazione a una riforma complessiva del regno si concretizza nella formazione di un ceto selezionato di professionisti impegnati a progettare e gestire un piano articolato di sviluppo architettonico e urbanistico, con l'apertura delle città al vasto territorio circostante e il rinnovamento radicale di canoni estetici e consuetudini civili, aggiornati al gusto e alle esigenze della borghesia emergente.