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La vitalità del taoismo sta nella sua natura fluida, che sfugge a ogni inquadramento dottrinario; nell'accento che essa pone sulla spontaneità e sulla naturalezza; nel rifiuto dei ruoli e delle convenzioni sociali; nello humor e nell'ironia con cui erode le certezze della mente ordinaria; e infine in una sottile vocazione anarchica. Il Lieh Tzu (o Liezi, nell'attuale romanizzazione pinyin del cinese) è forse la formulazione più piana e accessibile di questa "non-dottrina". Pervenutoci in una redazione di vari secoli posteriore agli altri due classici del taoismo, il "Tao Te Ching", e il "Chuang Tzu", questo testo possiede un'organicità che ne fa una via d'accesso privilegiata per chi voglia avvicinarsi a questa fondamentale avventura del pensiero umano. Il discorso filosofico è strettamente intrecciato con una componente sciamanica, in cui il magico e il meraviglioso vengono costantemente a ricordarci il mistero di questo universo in cui siamo immersi.