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Una storia avventurosa, profondamente umana e vera, che ci racconta la piccola grande epopea del «contrabbando romantico». La bricolla è una sacca di iuta irrigidita dal cartone, con due bretelle per mettersela in spalla e che può portare fino a 35-40 chili: era lo strumento usato dai contrabbandieri di montagna per spostare oltre frontiera le merci più disparate. Bricolla è anche il soprannome di Piero Viganò che, tornato nel suo paese sulle rive del Lago Maggiore, dopo una lunga emigrazione in America, rivede nella memoria gli anni della guerra, quando, per fame, aveva preso la via dei monti verso il confine svizzero contrabbandando riso e farina da scambiare con cacao, sale, tabacco e caffè, ma aiutando anche ladri, disertori ed ebrei a fuggire dal regime. E rivede anche i compagni di quelle notti buie e cariche di pericoli: il Battista, il Campanella, il Ramina... Dopo la guerra il Bricolla aveva accarezzato l'idea di rifarsi un'esistenza «normale», ma a pochi mesi dall'addio alla vita di «spallone» un fatto eccezionale aveva cambiato per sempre il suo destino... Alla sua storia di ragazzo, e poi di uomo, s'intrecciano le vicende della sua famiglia e della comunità, legate al mondo segreto, avventuroso e rischioso del contrabbando, un mondo duro, di coraggio, solidarietà, generosità e anche amore, sullo sfondo di un paesaggio altrettanto duro, ma anche ricco di fascino.