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Dopo "II mistero di Orione", in cui l'autore divulgava la sua teoria di una correlazione tra le piramidi di Giza e le costellazioni, con questo libro Bauval si spinge oltre, rivelando ai lettori il "Grande Piano Unificato" che coinvolge i templi dell'Alto Egitto. Il fulcro della vita filosofica, scientifica e spirituale dell'Antico Egitto è stata la comprensione del funzionamento dell'universo, il Maat, e dei suoi meccanismi, le stelle. Per questo motivo lo studio di scienziati e stregoni antichi è sempre stato quello di riprodurre sulla Terra un'esatta copia delle costellazioni. Da qui la disposizione lungo il Nilo, una Via Lattea in terra, delle piramidi, le quali, lette in questa prospettiva, assumono significati nuovi e diversi: non tombe, ma sorta di "stazioni di controllo" per l'osservazione dei moti celesti se non addirittura, come la piramide di Saqqara, per l'interazione con essi.