Tab Article
Il presente studio è centrato sulla crisi della civiltà liberale fra le due guerre, così come si è presentata nella sua molteplicità di aspetti filosofici, etici, politici e ideologici: l'impatto del conflitto mondiale nell'universo della cultura, la problematica idea di libertà, il dibattito sulla natura dei regimi totalitari, la critica del comunismo e del fascismo, l'avvento della società di massa, la ricerca di un'alternativa all'esistente, la controversa questione circa l'identità storico-culturale dell'Europa e, più in generale, dell'Occidente e del suo destino. Dall'esame complessivo di questo insieme emergono le ragioni per cui, a fronte di visioni del mondo radicalmente avverse alle sue finalità ideali (come lo sono stati il comunismo, il fascismo e il nazismo), la civiltà liberale non è stata in grado di difendere la sua ragion d'essere, la libertà; ciò a conferma della sua precarietà e fragilità. Risulta chiaro altresì come in questo trentennio la vera divisione politica e ideale non sia passata tra il fascismonazismo e il comunismo, o tra il fascismonazismo da una parte e il comunismo e la democrazia liberale dall'altra, ma tra la civiltà liberale e i nemici della "società aperta", ovvero, indistintamente, fra tutti i totalitarismi e la libertà. È questa la contrapposizione - libertà o non-libertà - che costituisce il vero criterio di spiegazione e valutazione per tutta l'età contemporanea, a partire dalla rivoluzione francese.