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Esistono buoni motivi, sia di ordine teorico sia di impegno civile, per continuare a riflettere su alcuni grandi e complessi temi, sulle magnifiche ossessioni della filosofia del diritto: la libertà, l'eguaglianza, i limiti del diritto, la responsabilità, la cittadinanza. Per non parlare dell'irrisolta questione della "natura" del diritto. Sono queste, infatti, le nozioni che vengono messe sotto pressione non solo e non tanto da nuovi orientamenti dottrinali, ma anche e soprattutto da quegli impreveduti avvenimenti storici che hanno modificato così tanto, così in fretta, l'orizzonte normativo entro il quale la riflessione stessa ha luogo: le nuove tecnologie e i flussi migratori, i fenomeni di globalizzazione e, ora, i nuovi rischi epidemici che non sembrano inclini a riconoscere confini o limiti giuridicamente stabiliti. E certamente uno dei temi che più appare bisognoso di un ripensamento è proprio quello "geografico": l'idea di Europa, per esempio, suscitò grandi speranze e ha inflitto cocenti delusioni, e non c'è dubbio che anch'essa sarà messa duramente alla prova dalla terribile sfida pandemica che oggi ci minaccia. Questo contributo alla discussione pubblica su questi temi è anche parte di una tradizione: l'editore Rubbettino ha già pubblicato, degli stessi autori, i Seminari di Filosofia del diritto (2000) e gli Altri Seminari di Filosofia del diritto (2010).