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Matteo d'Acquasparta nel 1278 disputa all'Università di Parigi la prima delle sue dieci 'Questioni sulla conoscenza', interrogandosi sulla possibilità di conoscere il non-ente, ossia ciò-che-non-è. La questione è qui presentata e studiata - mettendo a frutto l'applicazione delle metodologie storico-critiche e se ne propone una traduzione italiana. Si offre, poi, un commento della quaestio alla maniera più tradizionale, legando il suo percorso speculativo alle fonti - della filosofia antica, di quella altomedievale, sino a quelle della scolastica del XIII secolo rilevando intuizioni e distinzioni che avranno ulteriori sviluppi negli autori della scolastica successiva a Matteo. Si mette così in evidenza come una concezione della conoscenza fondata esclusivamente sull'astrazionismo di stampo aristotelico porti con sé esiti nichilistici, mentre emergono possibili aperture e tentativi di soluzione con ricadute teoretiche lette in quattro tipi di metafisica.