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È la cronaca, anche familiare, di una grande passione, quella per la politica. Comincia quando l'autore, allora bambino, si vede passare davanti per la prima volta volantini, schede fac-simile, autoadesivi, manifesti, annunci di comizi. L'occasione sono le campagne elettorali (1952 e 1953) del padre candidato e dirigente del Partito liberale, peraltro alla viglia di una scissione. Insomma gli ingredienti della lotta politica ci sono e dal principio. E si svilupperanno poi, nel corso della narrazione, con la partecipazione di personaggi noti e meno noti e le descrizioni di eventi anche drammatici (i giorni del rapimento di Moro e non solo) che hanno fatto la Storia della nostra Repubblica. Il tentativo di spiegare, in tempi di antipolitica, i pregi e la grandezza della bella politica, che l'autore ha avuto la fortuna di poter frequentare in punti di osservazione privilegiati: la scuola, la sezione, il giornale di partito e, soprattutto la famiglia. Una famiglia nella quale i punti di convergenza superavano quelli di divergenza. Questi ultimi però erano oggetto anche di dolorosi contrasti a conferma dell'asprezza di tutto ciò che è politica. Prefazione di Stefano Folli.