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«Cosa è questo racconto? Il racconto di una vita come opera sociale e civile. Nelle vite-opera il racconto si sovrappone, l'opera diventa quel che meglio racconta sinteticamente l'insieme infinito di preoccupazioni, di problemi, di desideri, di dolori, di amori, di ferite che un uomo porta con sé vivendo. (...) Credo che valga la pena leggere questo libro dove trovate spunti di riflessione interessanti per chi si occupa di lavoro e di formazione giovanile in un momento in cui queste sono le due urgenze capitali del nostro smandrappato e meraviglioso Paese, sempre avvilito da una burocrazia cieca, da una cultura malata di astrazione, come diceva Pasolini, e da ideologie che si sostituiscono alla "rugosa realtà", come diceva Rimbaud, il loro progetto parziale e stupido. Infatti questo libro, momento di surplace, di riflessione, questo strano libro non vanitoso né stupidamente soddisfatto, raccoglie pagine che vengono dal fronte. Dalla vera e difficile trincea che in molti modi in tanti stiamo combattendo. La cosa più difficile, diceva un santo, è sostenere la speranza degli uomini. E non c'è modo più efficace che farlo aiutando i giovani a entrare nella vita con speranza e desiderio, mostrando con opere, parole e segni che il destino e la vita non sono avversari».