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Il saggio intende restituire a Potter il merito di un'intuizione sintetizzata dal neologismo bioetica. L'espressione coglie l'inquietudine del tempo e risponde all'esigenza di coniugare biologia e valori umani, scienza e saggezza. Con il suo approccio interdisciplinare, la bioetica appare adeguata a dare voce a quelle tematiche che mal tollerano le angustie imposte dalla specificità dei settori. La parola bioetica tuttavia viene subito monopolizzata dallo specifico ambito della medicina umana. L'idea originaria di bioetica è invece quella di una disciplina globale, che possa fornire all'uomo un orientamento etico nella sua relazione con la natura, di fronte all'ingovernabilità dei più recenti sviluppi tecno-scientifici, che interferiscono con l'azione umana sia in campo medico, sia in campo ecologico. Lo stesso Potter auspica dunque la ricongiunzione fra le due anime della bioetica, quella medica e quella ecologica. Intraprendere questo itinerario significa cogliere un'occasione per aprire un dialogo suggestivo fra Potter e la filosofia del suo tempo, confermando la vocazione filosofica del dibattito interdisciplinare sulla bio-etica e la sua attualità.