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Il diario di viaggio di Edwardes non guarda soltanto a ciò che vi è di pittoresco in Calabria, come il titolo potrebbe suggerire. L'autore è un attento osservatore della realtà calabrese e sfata uno stereotipo secondo cui la regione sarebbe «un paradiso perfetto se non fosse abitato da diavoli» affermando che «comunque possa essere stata la sua gente cento anni fa, in quest'epoca non è in alcun modo disumana come suggerisce l'epigramma». Edwardes non condivide i luoghi comuni sul calabrese truffatore e imbroglione e sente il doloroso fenomeno dell'emigrazione come estrema ratio per farsi valere e per sfuggire a un destino fatto di miseria e a un passato "da briganti", "costretti" a farsi tali per sopravvivere. la presunta superiorità britannica che spesso emerge nei diari dei viaggiatori non appartiene a edwardes quando afferma: «noi, della Gran Bretagna, saremmo distrutti trovandoci nelle stesse condizioni». Affascinato sia dalla montagna sia dal mare calabrese, il viaggiatore riesce a cogliere le potenzialità turistiche della calabria; il suo linguaggio è misurato ed elegante e il suo british humour rende la lettura molto gradevole, in particolare quando narra divertenti aneddoti. Il diario di Edwardes è arricchito da una serie di interessanti disegni di Charles William Wyllie (1853-1923), pittore di paesaggi e illustratore. Introduzione di Maria Rosaria Costantino.