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Il volume ripercorre la biografia di Francesco Crispi valutando i giudizi della storiografia alla luce delle recenti ricerche. Vengono qui superati gli schemi dell'incoerenza tra il giovane e il vecchio Crispi, per i quali lo si addita prima cospiratore repubblicano poi riformista monarchico, quindi rivoluzionario poi repressore, infine sostenitore dell'autodeterminazione dei popoli poi colonialista. I saggi rintracciano il filo conduttore di un uomo che sin dalle prime esperienze professionali e politiche mostra di credere nella costruzione modernizzante di uno Stato amministrativo capace di scardinare i residui notabiliari e di governare secondo un disegno, certo elitario, in linea con la sua cultura massonica, ma non reazionario come pretende chi legge in modo semplicistico la vicenda dei fasci siciliani.