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Aldo Moro ha profondamente segnato la storia del nostro Paese. La sua figura però è schiacciata sulla tragica fine, lasciando in ombra la lunga azione politica. Eppure negli anni della Guerra fredda, Aldo Moro è sempre centrale nelle fasi che hanno allargato la partecipazione politica, prima ai socialisti e poi ai comunisti. Ma è anche segretario della Democrazia Cristiana durante il governo Tambroni, presidente del Consiglio all'epoca del "Piano Solo" e ministro degli Esteri nel corso della strategia della tensione. Profondo conoscitore dell'intelligence, ne sa utilizzare le informazioni e sa dialogare con gli uomini che la praticano, come Giovanni De Lorenzo, Vito Miceli e Stefano Giovannone. E proprio a quest'ultimo fa più volte riferimento nelle lettere scritte durante la prigionia. Aldo Moro dimostra che un uomo di Stato è anche un autentico uomo di intelligence, poiché sa riconoscere questo fondamentale strumento nell'interesse della Repubblica. Sotto questo profilo, la sua vicenda è ancora tutta da scrivere per sottrarla alle comode riscritture. Un libro spiazzante che illumina sotto una nuova luce l'esperienza politica dello statista democristiano, confermandolo un faro della Repubblica. Una storia che merita di essere raccontata e in un certo senso risarcita. Presentazione di Paolo Gheda.