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Questo studio intende risalire all'inquietudine da cui origina il segreto che Emilio Cecchi attribuisce all'altro, sia esso un animale, un popolo arcaico, l'universo metropolitano moderno. Tale segreto è il riconoscibile emblema di un disordine che scompagina il visibile, il segnale di una confusione minacciosa delle forme del mondo. Esso avverte dell'arrivo di una catastrofe. Il registro delle scritture diaristiche e odeporiche che qui si censiscono è talora desolato-apocalittico, altre volte sublime-apocalittico. Contro l'enigma dell'alieno e del lontano non è sempre schermo bastevole il gioco consueto della domesticazione e della comparazione, nel tentativo di prendere la misura dell'altro.