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Il giudizio di inadeguatezza dell'esperienza dell'autonomia differenziata siciliana, accentuata dalle misure di rigore economico connesse alle esigenze di risanamento di matrice europea e alla grave riduzione degli investimenti, impone la rilettura della specialità, delle sue radici, delle opportunità, non sempre colte, delle patologie che questa esperienza istituzionale ha manifestato, ma anche del permanere di molte delle ragioni che ancora giustificano un regime differenziato dell'essere regione in Italia ed in Europa. La revisione degli statuti speciali prevista dal controverso percorso di modifica costituzionale avrebbe potuto costituire l'occasione per determinarne una profonda rivisitazione. Tuttavia per la Carta fondamentale dell'autonomia siciliana, nonostante l'esito referendario del 2016, resta immutata l'esigenza di una revisione che consenta di introdurre elementi di innovazione e rivedere istituti ormai "ibernati" dalla giurisprudenza costituzionale (come l'Alta Corte ed il Commissario dello Stato), per garantire un effettivo coordinamento con il quadro costituzionale, ed in particolare europeo, estraneo all'attuale stesura. Soltanto all'esito di questo percorso, che si presenta incerto anche a causa delle spinte verso l'accentramento - in controtendenza al decentramento ed alla rilanciata sensibilità verso l'insularità a livello europeo -, si potrà verificare quale nuova forma assumerà l'autonomia siciliana. Le riflessioni raccolte nel libro vengono offerte a nuova 'stagione costituente', auspicando che questa volta prevalgano il confronto ed il dialogo per un'occasione di rafforzamento della democrazia di una comunità insulare, frontiera europea nel Mediterraneo.