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Che le Società di capitali e le Società cooperative perseguano finalità diverse, è una questione unanimemente accettata; ma nel loro agire quotidiano quanto sono simili e quanto sono diverse? Se pochi dubbi esistano sulla finalità delle società di capitali di remunerare il capitale investito, la finalità mutualistica delle cooperative è oggetto di ampia e non risolta discussione. Questo studio ha come oggetto un'analisi comparata della mutualità, così come elaborata da giuristi economisti e nei principi cooperativi statuti dall'International Cooperative Alliance. Anche se in questi studi è possibile trovare un'interpretazione mainstream legata alla finalità della cooperativa di remunerare gli apporti dei soci (ristorno) e non il capitale di rischio, restano, però in ombra altri principi come il controllo democratico, la libera adesione, l'accantonamento a riserva indivisibile e la collaborazione intercooperativa, che finiscono per richiamare spiegazioni non economiche ma antropologiche, non la finalità egoistica del socio cooperatore, ma la sua natura altruistica. La conclusione dell'Autore si distacca da quest'interpretazione, sostenendo che i principi cooperativi sono un tutt'unico e solo in questo senso è concepibile la mutualità, ricercandone la coerenza dal punto di vista della teoria economica, allontanandosi da interpretazioni che assomigliano a vie di fuga verso altre discipline, per giungere alla conclusione che tutti possono essere cooperatori, perché cooperatori si diventa e non necessariamente si nasce.