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Finanziare la crescita è certamente la principale preoccupazione di qualsiasi governo voglia garantire benessere e qualità dei servizi ai propri cittadini. Individuare risorse economico-finanziarie è diventata, invece, un'attività da rabdomanti che spinge amministratori e tecnici verso sentieri più o meno battuti e spesso pieni di insidie. Cosa è stato fatto in questi ultimi venti anni e quali sono i risultati raggiunti per il finanziamento degli investimenti pubblici è sotto gli occhi di molti, ma pochi hanno chiaro cosa ci aspetti prossimamente. Sul piano squisitamente delle politiche finanziarie, dopo anni di manovre depressive per l'Europa e per l'Italia, si delineano sotto traccia nuovi scenari più espansivi della spesa pubblica. Sul versante, invece, degli strumenti di approvvigionamento finanziario, appare non più opzionale il ricorso a modalità di blended funding che richiedono nuove competenze specialistiche, agili modelli organizzativi e, solo in alcuni casi, abilitazione normativa. Questo possibile scenario dovrebbe essere chiaro a tutti quei policy maker e amministratori volenterosi di affrontare le sfide poste, più che dalla finanza, dall'esigenza di garantire qualità e competitività ai territori amministrati in un contesto di risorse scarse. Un contesto, ancora molto incerto e magmatico, in cui il cambio di paradigma del funding pubblico può fare la differenza.