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Quella di Carl Schmitt è stata, senza dubbio, una delle intelligenze più contestate del '900. Sulla considerazione del personaggio ha pesato, infatti (anche giustamente), l'episodio della sua inattesa conversione al nazismo del '33. Un evento che ha contribuito a plasmare l'icona di un intellettuale opportunista e senza scrupoli. Questo saggio prova a gettare nuova luce sulla figura di Schmitt prospettando i tratti di un pensatore attraversato e travagliato dalle svolte della storia. Un giurista cattolico e tradizionalista gettato suo malgrado sull'onda inquieta della modernità. La sua navigazione costellata di tragici azzardi (come quello del '33) diviene in un certo senso l'emblema stesso dell'esperienza moderna, un'esperienza che si presuppone aperta e, per questo, esposta anche al rischio del naufragio.