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Il 28 dicembre del 1943 al poligono di Reggio Emilia i fascisti fucilavano i sette fratelli Cervi. Dal momento immediatamente successivo alla loro morte fino ai nostri giorni la loro storia è stata narrata da romanzi, saggi storici, opere teatrali, articoli giornalistici, discorsi commemorativi, poesie, epigrafi, canzoni, fotografie, dipinti, sculture, opere cinematografiche e documenti filmati. Questo testo è una ricerca storico-filologica delle parole, delle metafore, delle immagini attraverso le quali è stata raccontata la loro vicenda e ed è stato descritto il vecchio padre Alcide, unico maschio adulto della famiglia sopravissuto e destinato all'innaturale ruolo di testimone della memoria dei figli. Le parole della storia e le figure del mito si sono nel corso del tempo sovrapposte e contaminate, rendendo labili e incerti i confini tra reale e immaginario, concretezza materiale e simbolo, referenza storica e costruzione mitologica. E hanno accompagnato rituali collettivi, veri e propri pellegrinaggi laici che hanno reso omaggio all'esemplarità della storia dei Cervi e ne hanno alimentato la leggenda.