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1952-1963: un dodicennio che vede l'Italia in rapido sviluppo. Sono anche gli anni in cui il patriota, il filantropo, l'educatore, il meridionalista, l'archeologo Umberto Zanotti-Bianco è presente a palazzo Madama dopo l'inaspettata nomina a senatore a vita. È un Senato operoso, attento ai problemi, a partire da quelli culturali ed educativi. Zanotti-Bianco, presidente della ANIMI, l'Associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d'Italia, e di "Italia Nostra", instancabilmente riversa in commissione o in aula le questioni maturate in quelle stesse sedi, contribuendo a trasformarle in scelte legislative oppure solleva questioni di viva attualità. Stato centrale, amministrazioni comunali, patrimonio culturale artistico e ambientale, arte antica e contemporanea, infanzia, gioventù, scuola, università, città e campagna, Italia e Mezzogiorno i temi (ancora oggi di viva attualità) che primeggiano, mentre si stagliano le personalità di Einaudi, Salvemini, De Viti De Marco, Casati e Merzagora, con Maria José di Savoia speciale amica.