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Il limite è connaturato in ogni singolo istante della nostra vita, nella dimensione più profonda della destinazione dell'uomo: l'essere dell'uomo si configura come "essere nel limite". Il limite indica un'imperfezione, una mancanza, una negazione, un'assenza: essere limitati significa essere imperfetti o essere privi di qualcosa. Ma il limite non annuncia solo la negazione di qualcosa, ma anche un significato autenticamente e profondamente positivo e dinamico. In quanto limitato nel suo essere nel mondo, nella sua razionalità e nella sua conoscenza, l'uomo rivela un'incancellabile impronta di complessità, dovuta al fatto che alla radice stessa della sua natura, il limite vi si insedia come consistenza della sua insufficienza. In qualsiasi forma o grado di realtà, la finalità del limite è di produrre limitazioni: nel riconoscimento soggettivo e nella presa di coscienza immediata di ogni singola e autentica limitazione si radica l'origine, la positività e l'orizzonte di una filosofia del limite che assume un ruolo centrale nel fluire inesorabile del tempo, nell'esperienza, nella conoscenza e nell'esistenza umana.