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Che cos'è la credibilità del giornalismo? Quando e perché un sistema giornalistico, una notizia, un giornalista possono definirsi credibili? E che rapporto c'è tra la credibilità di cui i giornalisti credono di godere e la credibilità che gli viene invece riconosciuta dal pubblico? Credibilità proiettata e credibilità percepita devono procedere sempre di pari passo, oppure esse possono percorrere sentieri diversi? Ma, soprattutto, i giornalisti hanno percezione di ciò che il pubblico pensa di loro e del conseguente grado di fiducia che esso è disposto a concedergli? Quelle appena richiamate sono solo alcune delle questioni su cui questo libro si sofferma a riflettere, attraverso un'analisi che, pur senza tralasciare il contesto globale, focalizza l'attenzione sul caso specifico del giornalismo italiano. Un giornalismo - il nostro - che spesso viene accusato di essere (in)credibile: incredibile, da una parte, per cause che hanno a che fare col suo ruolo sociale, con l'assetto del sistema, con gli operatori, col rapporto con le fonti, col messaggio, col formato, con le regole e i valori; e, dall'altra parte, incredibile per l'atteggiamento (incredulo) con cui sovente i giornalisti reagiscono allorquando qualcuno ha l'ardire di far notare la scarsa fiducia che il pubblico nutre nei loro riguardi. Prefazione di Paolo Mancini. Appendice di Lorenzo Ugolini.