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Da mille anni, collocata al centro della Foresta del Casentino, in provincia di Arezzo, la comunità monastica di Camaldoli è luogo di incontro tra uomini assetati di Dio e un Dio che in Cristo si è messo sui passi dell'umana avventura. Luogo di preghiera. Luogo di ricerca. Luogo di dialogo. Ed è un ininterrotto dialogo quello che alimenta la vita dei camaldolesi: il dialogo tra la vita eremitica di monaci che vivono in celle separate e si ritrovano insieme solo per la preghiera e quella cenobitica di monaci che vivono nel medesimo spazio conventuale. Tra le due esperienze che costituiscono la vita dei camaldolesi - l'eremo e il monastero - vi è lo spazio di una natura incontaminata e splendida in ogni stagione dell'anno, che a sufficienza ricorda che Dio si lascia incontrare soprattutto nel silenzio. Ma Camaldoli è soprattutto un luogo che, nel passare dei tempi e dei costumi, continua a celebrare il sacramento dell'ospitalità, di quell'ospitalità autentica che sa toccare e aprire il cuore anche dell'ultimo arrivato. Qui si sono riuniti i grandi del Rinascimento fiorentino, qui dai primi del Novecento si incontrano gli universitari della Fuci, qui videro la luce le pagine del Codice di Camaldoli, qui provano da trent'anni a meglio conoscersi ebrei e cristiani. Qui - da mille anni - si danno appuntamento anime pensose del mistero di Dio e del mistero dell'uomo.