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Herbert Spencer (1820-1903), biologo, psicologo, sociologo e filosofo è stato uno dei più influenti intellettuali del Diciannovesimo secolo e uno dei principali teorici del liberalismo. Con la passione dell'arringa e il timbro dell'invettiva questo suo pamphlet, scritto nel 1853, è una durissima requisitoria contro quella dilagante convinzione che vedeva nell'intervento del legislatore democraticamente eletto il rimedio a ogni male sociale. Mentre i regimi liberali si stavano affermando in Europa, Spencer individua una nuova minaccia per le libertà individuali che proveniva dall'interno stesso delle nascenti democrazie: lo "strapotere dei parlamenti". Da liberale, il filosofo inglese denuncia la presunzione razionalistica del "legislatore democratico" che, animato da buone intenzioni, produce una legislazione talmente capillare da inaridire la fonte del progresso sociale: le libere azioni individuali. Spencer rivolge agli uomini politici un vibrante e attualissimo invito a scegliere l'"etica della responsabilità", ad abbandonare le ideologie, a documentarsi prima di decidere, nonché a riconoscere la loro "ignoranza" e a limitare l'istinto pianificatore, in modo da ridurre al minimo gli "effetti perversi" delle loro decisioni. Con un saggio introduttivo di Enzo Di Nuoscio e Stefano Murgia.