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Città e campagna hanno sempre rappresentato due mondi, per molti versi, tra loro distanti. Dalle istituzioni alla popolazione, dai modi di vita al controllo sociale, dal piano culturale a quello associativo e a quello del lavoro le distanze appaiono spesso marcate. Volendosi soffermare sul controllo del territorio e sulla repressione della criminalità, le diversità sono immediatamente percepibili sia nelle forme della delinquenza, sia nelle risposte delle autorità; come pure, da una prospettiva diversa, non coincidono le azioni di indirizzo e di disciplinamento della popolazione, i tentativi di "governare" i comportamenti sociali. La proposta dell'incontro di studi di cui si presentano qui gli atti era di scomporre alcuni di questi elementi e di osservarli in chiave comparativa. Così la riflessione è stata condotta sul piano normativo e istituzionale, oppure sulle modalità di prevenzione e di repressione della criminalità, o ancora sui diversi apparati di polizia formati per operare nell'uno e nell'altro contesto. Come pure non sono stati trascurati gli strumenti utilizzati, gli attori coinvolti, le dinamiche politiche e di potere sottese, e così via. I contributi qui pubblicati, tutti costruiti su ricerche originali, fanno riferimento a contesti particolari o a specifici corpi armati, sempre però dando spazio a riflessioni comparative, suggerendo con ciò nuove possibili interpretazioni del rapporto tra città e campagna in funzione del controllo del territorio.