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"Senza dimani" ci trasporta negli anni del decennio francese in Calabria, della fuga dei Borboni da Napoli, del brigantaggio politico. La narrazione ha inizio da un giorno di ottobre del 1811. Presente e passato sono saldati dal personaggio narrante, Ettore di Serralta, al quale si aggiunge, in posizione di accorata solidarietà, il narratore, che afferra la penna a "difesa di un popolo generoso calunniato dagli storici della Rivoluzione". E, come sempre nei romanzi storici del Misasi, la storia politica e sociale si mescola con una grande storia privata di amore: quella di Ettore di Serralta, divenuto brigante, e di Bianca, figlia dell'Intendente borbonico. Qui, in "Senza dimani", Nicola Misasi ha dato il meglio del romanzo colto e il meglio del romanzo popolare. Primo, ha raccontato fatti, vicende, intrecci nel cui groviglio i protagonisti del romanzo si chiariscono al lettore attraverso le azioni e le loro parole. Secondo, ha raccontato le sue creature secondo le categorie del romanzo popolare, che esige i profili psicologici senza dialettica, tutti di un pezzo, organismi che sono mossi da un solo sentimento: o l'odio o l'amore.