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Il presupposto implicito di ogni traduzione è un atto di lettura, dunque di produzione di senso e di interpretazione. Il confronto analitico tra il testo originario e le scelte di volta in volta adottate dal traduttore mette spesso in risalto, in un'ottica contrastiva e straniante, aspetti dell'opera trascurati o variati nella situazione comunicativa del nuovo testo tradotto, facendo emergere le divergenze interpretative che questi scarti di senso sottendono. Seguendo il fil rouge di tali confronti, abbiamo riletto alcuni passaggi di tre grandi opere letterarie francesi (la Phèdre di Jean Racine, La Bête humaine di Émile Zola, L'Amour, la fantasia di Assia Djebar).