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Tanto nell'evoluzione degli orientamenti giurisprudenziali quanto nelle recenti tendenze della contrattazione collettiva, il principio dell'equivalenza, posto dal legislatore a presidio delle operazioni di mobilità interna, appare sempre più strumento, ad un tempo, di ampia mobilità orizzontale e di maggiore coordinamento tra prestazione di lavoro ed esigenze dell'azienda. Analizzando queste caratteristiche, il libro dimostra come l'equivalenza delle mansioni sia funzionale non più solo alla tutela della professionalità del lavoratore, ma anche, se non soprattutto, a garantire il bilanciamento sinallagmatico nel contratto di lavoro subordinato. In questa prospettiva, essa funge da elemento, per un verso, di misurazione delle variazioni nell'assetto contrattuale, e, per altro verso, di arricchimento (più che di mantenimento) dell'equilibrio corrispettivo del contratto.