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Il saggio approfondisce il ruolo strategico di Trieste come caposaldo adriatico del Mediterranean trade statunitense nel periodo precedente l'Unità d'Italia. Attraverso la disamina dei documenti dei consoli americani presenti nella città giuliana emerge uno spaccato articolato e dettagliato degli interessi degli Stati Uniti verso il porto triestino, sbocco di vendita per i generi coloniali, le manifatture e soprattutto il cotone, materia prima per le industrie tessili dell'Impero asburgico. Viene analizzata l'influenza anglosassone sulla realtà socioeconomica, urbanistica e culturale locale, i rapporti diplomatici e commerciali tra l'Impero austro-ungarico e gli States, le figure, i ruoli e l'attività dei consoli americani, protagonisti e osservatori dei flussi mercantili che si sviluppavano tra l'Alto Adriatico e i porti della nascente potenza americana. Lo studio fa parte del progetto di ricerca coordinato da Rosario Battaglia sui rapporti tra i porti americani e il Mediterraneo promosso dalla cattedra di storia contemporanea della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Messina.