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Il rapporto dialettico con i classici, nel caso degli scrittori spagnoli del Novecento, si è caratterizzato non solo per una rinnovata ispirazione alle tradizionali fonti ispaniche del Medioevo e del Siglo de Oro, ma anche per il ciclico ritorno alla classicità greco-romana e ai testi biblici, nonché per una inesausta volontà di dialogo fra generazioni contigue e all'interno di una stessa generazione d'appartenenza, in un fitto scambio di dediche, prologhi, elogi, corrispondenze epistolari, al punto che a un canone fissato dalla tradizione si va affiancando un "canon en fieri que es el construido por los escritores que hablan los unos de los otros" (José Carlos Mainer). Il Congresso internazionale "La memoria e l'invenzione. Presenze dei classici nella letteratura spagnola del Novecento", svoltosi nell'ateneo di Salerno nei giorni 6 e 7 aprile del 2006, è stato il felice punto d'incontro di tanti studiosi italiani e spagnoli che, con le relazioni qui riunite in volume, hanno fatto il punto della questione e contribuito alla sistemazione di un tema vastissimo e affascinante, cercando, ciascuno nel proprio ambito, di dare una risposta all'aspirazione infinita dei moderni di incontrare il proprio passato e, forse, di riconciliarsi con esso.