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Woodrow Wilson (1856-1924), eminente studioso di politica e storia, contribuì a chiarire con i suoi importanti volumi Congressional Government (1885), The State (1889) e Constitutional Government in the United States (1908), i processi di sintesi del pluralismo americano, individuando nella prima fase della sua speculazione politico-istituzionale la leadership del congresso e all'inizio del ventesimo secolo quella del presidente, quali centri di gravita del sistema. Eletto alla presidenza degli Stati Uniti, nel 1912, Wilson riuscì con abilità a gestire il governo e a manovrare il partito democratico e il Congresso cercando, attraverso l'attuazione del programma della New Freedom, di modernizzare e rendere più giusto il paese e di risvegliare le coscienze di molti americani assuefatti allo strapotere dei monopoli industriali. Negli anni del primo conflitto mondiale la sua figura rappresentò la speranza di una pace vera e di un futuro migliore, il simbolo di una nazione che lottava perché trionfassero valori quali l'autodeterminazione dei popoli, la libertà e la giustizia nei rapporti fra le nazioni. Il suo progetto politico per una pace giusta e duratura sotto l'egida della Società delle Nazioni e il forte intendimento di trasformare il mondo in un luogo sicuro per la democrazia, non lasciarono indifferenti le popolazioni dei paesi europei, che lo acclamarono, alla fine della guerra, durante il suo viaggio nelle capitali del vecchio continente.