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Questo lavoro analizza la vita del Banco di Napoli spa dalla costituzione, il 1° luglio 1991, fino alla incorporazione nel Sanpaolo Imi, nel dicembre 2002. Nodo cruciale della vicenda è la gravissima crisi che investe la banca nell'autunno del 1994 con la diffusione della semestrale. In pochi mesi la situazione precipita al punto tale che per evitare la liquidazione coatta amministrativa si rende necessario un intervento legislativo che prevede la privatizzazione della banca attraverso un'asta pubblica. Nel gennaio del 1997, per soli 61,6 miliardi, la cordata Ina-Bnl si aggiudica il 60% del Banco Napoli spa. Nei due anni successivi si consuma l'accesa battaglia per la fusione con il Bnl sotto la guida dell'Ina. Tramontata tale ipotesi nel 2000 il Banco di Napoli, ormai risanato, è ceduto, con abnorme plusvalenza al Sanpaolo Imi. Nell'analisi della vicenda sono emerse diverse questioni: la gestione Ventriglia, la politicizzazione del credito, la debolezza degli organismi bancari meridionali, la sospensione dell'intervento straordinario, la crisi macroeconomica del 1993-94, il ruolo del Tesoro e della Banca d'Italia, l'attività di risanamento. Fino al risultato di vedere la più grande banca del Mezzogiorno, contraddittorio centro di potere e di iniziativa economica, trasformato in un modello di banca compatibile col processo evolutivo in atto nel settore creditizio.