Tab Article
"Era un mascherone tondo, con due baffoni barbarici volti all'insù e due occhiazzi sgargiati che da quell'altezza perlustravano con strafottente alterigia i tetti delle vili case di Contura; sembrava li ruotasse continuamente di qua e di là, come spagnoso che qualcosa giù in paese sfuggisse alla sua attenzione". Neanche in occasione della tragedia accaduta in quel venerdì 16 luglio 1943 il feticcio che orna la casa di Nino Gullia dà segni di cedimento. Assiste, indisturbato, alle incursioni aeree e al bombardamento che costringe un intera comunità allo "sdiregno", lo sfollamento. Con un linguaggio vivo, partecipe e vibrante, l'autore ci conduce all'interno di un mondo pullulante di persone e di cose, che, attonito, assiste allo "scatascio magno" mentre "l'apparecchiu mericanu I lancia i bumbi e sindi va".