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Negli interventi raccolti in questo volume, risalenti agli anni dal 1917 al 1919, Francesco Ruffini espone le ragioni ideali della partecipazione alla prima guerra mondiale degli interventisti liberali e democratici: una concezione volontarista ed umanitaria della nazionalità (col recupero della figura di Mazzini) in contrapposizione alla concezione naturalistica e razzista ritenuta prevalente nella cultura tedesca (la contrapposizione che Federico Chabod renderà poi celebre); la difesa delle nazionalità oppresse e, in questo quadro, l'attenzione alla causa sionista; l'adesione al pensiero e alle idee di ricostruzione dell'ordine internazionale del presidente statunitense Wilson.