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Ancora oggi, la vulgata storiografica insiste nel qualificare il delitto dei fratelli Rosselli come un crimine politico di matrice italiana: una sorta di prosecuzione, all'estero, della strategia di assassinio mirata contro gli oppositori più irriducibili. In realtà, se non è mai stata dimostrata la responsabilità di Mussolini quale mandante dell'omicidio Matteotti, a maggior ragione risulta una forzatura attribuire al fascismo e al suo capo l'eliminazione di Carlo e Nello Rosselli, uccisi in Francia il 9 giugno 1937. Questo libro ricostruisce la figura di Giacomo Antonini, un fiduciario della Polizia Politica di Mussolini, che, sotto l'identità pubblica del letterato, svolgeva a Parigi un lavoro delicato: spiare le mosse di Carlo Rosselli, agendo come infiltrato nel vertice del movimento di Giustizia e Libertà, e riferire a Roma cosa pensasse e facesse il nemico numero uno del Duce. Rosselli si fidò di lui fino all'ultimo, al punto da affidargli missioni internazionali assai rilevanti. Roberto Festorazzi, attraverso una serrata indagine storico-archivistica, ha riportato alla luce la trama di relazioni, che, fin dall'anteguerra, legarono la spia Antonini al Gotha letterario italiano del Novecento, da Alberto Moravia (cugino dei Rosselli) a Indro Montanelli. Ad Antonini, Moravia si ispirò nel suo romanzo Il Conformista (1951). dove un agente della Polizia Politica fascista viene mandato a Parigi con l'incarico di sorvegliare il professor Quadri (Carlo Rosselli).