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"C'è del talento in Mimmo Pano, quest'italiano tra i più pittoreschi arrivato nel 1964, da Nardo, un paesino pugliese lasciato a sedici anni. Scoprì Parigi, senza saper di più che leggere qualche parola in francese. All'inizio i soliti lavoretti: scaricatore a Les Halles, trasportatore di sacchi di carbone. Lavori che lui vivacizzava con match di boxe per principianti all'Elysée Montmartre: il pubblico, com'era allora di moda, gettava qualche spicciolo sul ring per il combattente migliore. Abitudine, questa, che permise a Mimmo di arrotondare i fine settimana con quello che gli inviavano Jean-Paul Belmondo, Alain Delon, Sacha Distel e altre celebrità che apprezzavano i suoi ganci. Dopo aver creato un'impresa di costruzioni lavorò infine nella ristorazione, inizio di una bella carriera: perché un giorno, a forza di lavoro e di risparmio, M. Pano divenne proprietario di un ristorante poi di due, di tre... una bella rivincita insomma, ricompensa di tutti sacrifici." (Pierre-Robert Leclercq). Introduzione di Pantaleone Pagliula.