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"Solo andata, grazie" racconta la quotidianità di un gruppo di ragazzi stranieri in Italia, divisi tra lavoro, studio e adempimenti burocratici. Le loro storie aprono le porte di un mondo popolato da schiavi moderni, studenti e muratori, prostitute e malviventi, gente che per necessità o libera scelta ha lasciato il paese natale in cerca di fortuna in Italia. C'è chi si porta dietro le proprie origini albanesi come uno stigma con cui fare i conti ogni giorno, e chi s'interroga sul senso di quelle radici e sulla storia recente di un'Albania ancora segnata dall'eredità del regime comunista. Il razzismo vissuto da chi non ha fatto nulla per meritarselo e la xenofobia divenuta un male banale, persino logico, sottendono alle vicende dei protagonisti di questo puzzle narrativo a metà strada fra il romanzo e la raccolta di racconti legati da uno stesso filo conduttore. Andar via o restare, staccare un biglietto di sola andata o uno di andata e ritorno: questo si chiedono i popoli degli abissi che abitano le pagine di Darien Levani.